Quelle sere, a Milano

Quelle sere che Milano sa di umido, l’aria è pesante e una pioggia leggera sembra quasi un sollievo.

Quelle sere, dopo il lavoro, quando un soffio di malinconia prende il sopravvento e tu ti lasci trascinare. Non opponi resistenza.
Da quando pensare è diventato un privilegio, in questo viavai scandito da “cose da fare”, senti che se potessi, qualcosa in fondo la vorresti cambiare.

Quelle sere in cui la parola “appartenere” genera confusione. Né a luoghi né a persone, se non a te stessa, sei sicura di appartenere. Perché da troppo questo vagare è ormai diventato il tuo “attraversarti dentro” e mai nessuno ha saputo guardarci come si deve. Perché curiosità non può far rima con quotidianità. Perché “non avere tempo” è una buona scusa per non impegnarlo davvero, il nostro tempo.

Eppure io vorrei che il mio sguardo non diventasse mai così distratto da non riuscire più a cogliere emozioni. Così mi fermo e scatto e scatto ancora, come se fosse per la prima volta, perché son sicura che nell’altra qualcosa me l’ero persa.

Qualcuno me lo sono persa, di certo. Presa o forse persa com’ero. Quando ti credono una tutta d’un pezzo, mentre sei solo impegnata a metterli assieme quei pezzi di te, e farli combaciare non è mai facile. Persa, quando solo tu puoi essere il tuo “Google maps” a portata di mano.

Quelle sere che sembri triste, ma in fondo non lo sei. Quelle sere che qualcosa ti manca, ma a chi non mancherebbe? Quelle sere che vuoi semplicemente essere onesta con te stessa e dirti che è giusto “andare”: andare alla ricerca di un po’ di soddisfazione personale; andare a prenderti quello che ti sei guadagnata col tuo impegno; andare per continuare a crescere e migliorare.

Ma fermarsi, fermarsi è un’altra cosa. È il brivido che non pensavi più di provare. La lacrima che tenevi sotto chiave. Il sorriso che non avevi avuto il tempo di mostrare.


Fermarsi. Guardarsi. Capirsi. Sentire di nuovo che la felicità è semplice davvero.

Pubblicato da

Trentenne, comunicatrice di natura, scrittrice per hobby e amante del mare. Una sarda con il sole negli occhi.

4 pensieri riguardo “Quelle sere, a Milano

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