La teoria della montagna: la giusta distanza illumina il cammino

Una ragazza viveva davanti ad una montagna altissima che sin da bambina aveva sempre visto come irraggiungibile, era qualcosa che la ammaliava e spaventava allo stesso tempo. A furia di guardarla si era innamorata di quella vetta che riusciva a scorgere in lontananza nelle giornate più terse, fino a convincersi che raggiungere la sua cima fosse la sua meta

Così, un giorno, armata di un pizzico di follia e coraggio iniziò a scalarla. Ma qualcosa non sembrò andare nel verso giusto e dopo aver percorso qualche tornante un grosso masso le impedì di proseguire, così non essendo equipaggiata per scalarlo dovette tornare indietro. Tuttavia non si perse d’animo e ci provò tante altre volte: nelle diverse stagioni, nelle differenti ore del giorno e della notte o nei momenti che reputava più propizi. Si accorse che per ogni tentativo fallito riusciva a superare un nuovo limite e a fare sempre qualche passo in più. Era questo che le dava la forza di riniziare il percorso da capo, con la convinzione che quella sarebbe stata la volta buona, fino a quando qualcosa non la obbligava a tornare indietro.“Alla prossima andrà meglio!” si ripeteva.

Il tortuoso percorso verso la meta non era però semplice e poteva capitare che non fosse abbastanza attrezzata per attraversare un fiume o di non avere i giusti indumenti per sopportare le basse temperatura. Alcune volte la ragazza incontrava anche sulla strada chi le faceva cambiare idea, dicendole che non fosse all’altezza di quell’impresa, che non ce l’avrebbe mai fatta. E lei si rattristava, iniziava ad avere cattivi pensieri e decideva di tornare indietro.

Ma si sa che chiunque abbia un obiettivo in testa e ci creda davvero non può fermarsi davanti a nessuno ostacolo, neanche dopo anni di sacrifici e tentativi andati male. Così dopo tante fatiche, rinunce, ripensamenti e cadute, lei era finalmente li, a un passo dalla sua tanto sofferta meta.

Era l’alba e si iniziava ad intravedere una luce cristallina che pian piano illuminava tutto ciò che da quella montagna si poteva vedere. Di colpo, volto lo sguardo a valle, rimase affascinata nel vedere quello che aveva sempre avuto accanto e di cui non si era mai accorta: immense pianure e distese di alberi, lunghissimi ruscelli e fiori coloratissimi. Era davvero un panorama stupendo! E pensare che era sempre stato li e lei non l’aveva mai notato…

La ragazza a un passo dalla sua tanto desiderata cima si sentiva però sola, aveva impiegato gran parte della sua vita e dei suoi sforzi per raggiungere quella meta che nel frattempo aveva rinunciato a tante altre cose, lasciando per la strada persone e profumi. Aveva sacrificato quasi tutta la sua vita per raggiungere il suo obiettivo e sapeva che le sarebbe bastato solo un ultimo passo ed avrebbe finalmente raggiunto la sua meta. Solo allora però qualcosa dentro di lei la spingeva a tornare indietro. Quella scalata era stata faticosa e non riusciva a prendere una decisione. C’erano tanti controsensi dentro di lei, così si sedette su una pietra e decise di fermarsi per una piccola sosta e nel frattempo pensare. Doveva essere sicura di quello che avrebbe fatto.

Dopo un po’ di ore passate ad analizzare i suoi pensieri disordinati, vide una forte luce provenire dalla cima. Era qualcosa di davvero strano, qualcosa che non aveva mai visto, qualcosa che la incuriosiva molto. Stava per compiere quell’ultimo passo, ma le bastò aprire bene gli occhi per capire che era stato solo un abbaglio, aveva visto quella luce così luminosa solo grazie alla sua fantasia. Aveva desiderato così tanto quella cima fino ad idealizzarla. 

Solo allora capì che quella non era affatto la sua meta, forse non lo era mai stata. Senza perdere altro tempo si rimise in cammino, decidendo di rifare il faticoso tragitto al contrario con la consapevolezza che sarebbe dovuta tornare in pianura. Perchè delle volte le mete coincidono esattamente con i punti di partenza. 

Sulla strada del ritorno la ragazza, ammirando dall’alto la pianura e il suo mare sconfinato, contava le ferite che in quegli anni si era provoca nel cammino e non si sentiva più quella che tanto tempo fa era partita alla ricerca della sua vetta. Ogni sua ferita le ricordava che forse era andata troppo lontano a cercare felicità e che non sempre ciò che sembra stupendo esiste nella realtà ma solo nell’immaginazione di ognuno. Eppure questo suo lottare per raggiungere l’obiettivo che si era prefissata non era stato tempo perso, ne era certa, oltre ad avere insegnato tanto di sé stessa e della vita, in nessun’altro modo sarebbe riuscita ad apprezzare quello che da sempre stava a due passi da lei.

A volte serve la giusta distanza per cogliere l’importanza di quel che ci sta attorno e non importa quante volte sbaglieremo strada, cadremo o inseguiremo mete improbabili, alla fine tutto ci condurrà dove siamo destinati ad arrivare. 

Pubblicato da

Trentenne, comunicatrice di natura, scrittrice per hobby e amante del mare. Una sarda con il sole negli occhi.

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