Da qualche tempo l’appartamento del palazzo di fronte al mio ha preso vita e cosi, dato che la mia scrivania è proprio lì davanti, dalla mia finestra ho il piacere di assistere all’avanzare dei lavori: prima era un viavai di muratori, imbianchini, elettricisti e tecnici di vario tipo, poi un giorno ho visto loro, i nuovi proprietari!
Sono due ragazzi, un uomo e una donna, credo sulla trentina. Immagino abbiano un lavoro e magari si vogliano sposare o forse hanno deciso semplicemente di andare a convivere. Ancora non hanno messo delle tende nella loro nuova casa e così posso vederli mentre sono intenti a far prendere forma al loro nido d’amore. Li osservo e penso che siano felici, tra scatoloni da svuotare e pareti da riempire. Spostano, ammucchiano, srotolano, sistemano, puliscono.
Li osservo quando a fine serata si ordinano una pizza a domicilio, cenano al calore di un abat-jour e in mezzo a tutto quel caos si guardano negli occhi e parlano, e immagino che forse facciano progetti: “Quel quadro lo appendiamo li in alto. Dovremmo comprare un tappetto per il bagno! C’è da fare un altro salto all’ikea…”
Poi dopo aver mangiato e progettato, riprendono i lavori, insieme. Li osservo e basta, non posso sentire le loro voci e sapere cosa si dicano, ma devo essere sincera, riesco a percepire il loro amore. E quasi mi sento in colpa di essere la spettatrice indiscreta di quei loro momenti di felicità, mi sento una ladra di attimi di vita altrui.
Poi la sera, prima di mettermi a dormire, ci ripenso e ho come la sensazione che se tutto questo accada proprio li, davanti ai miei occhi, forse dovrei trarne qualcosa. Quei due ragazzi felici e innamorati mi ricordano che certe cose esistono ancora: i progetti, il futuro, l’amore. E allora di colpo non vedo più grigio, nero, buio. E mi viene voglia di fare programmi, di sorridere, di pensare al mio futuro. E mi addormento convinta che un giorno, al di là della finestra ci sarò anche io.