IN VIAGGIO VERSO…CASA!

Le feste sono finite ed è tempo che si torni alla vita di tutti i giorni. Forse la cosa peggiore dopo questa abbuffata di cibo, famiglia e amici è proprio il ritorno alla normalità. Di colpo ti senti vuoto, oltre che sollevato al pensiero che non dovrai più fare pranzi di 6 ore fino al prossimo Natale! Così anche io, come tanti altri, sono in volo verso quella che è diventata la mia seconda casa, l’altro pezzo del mio cuore. Si, perché quando lasci il tuo luogo d’origine e ti trasferisci in un’altra città, senti che il tuo cuore si divide precisamente a metà. Così che, ovunque dei due posti ti trovi, sentirai sempre l’altra metà mancare. Sembra quasi una maledizione che colpisce noi nomadi moderni, ma ho capito col tempo che è proprio questo il motivo per cui riesco a sentirmi sempre a casa. Allora non lo vedo più come un problema, anzi, mi sento fortunata!

Anche questa volta viaggio di giorno per godermi il panorama: guardo tra le nuvole e forse cerco qualcosa di familiare, un volto, un sorriso, o magari, tra quei batuffoli bianchi, vado alla ricerca di me stessa, di quella che io stessa non riesco più ad interpretare.
Questo volo è solo uno dei tanti, sono abituata a viaggiare da sola, anzi mi piace, perché non sono costretta a parlare con nessuno e mi posso godere quei 50 minuti in cui sono disconnessa dal mondo. Solo che la tratta mi sembra ogni volta più breve e meno emozionante.
Come sempre non ci sarà nessuno ad aspettarmi all’aeroporto, nessuno che sa del mio arrivo: sarò una come tante che passerà inosservata con la sua valigia viola ma con l’aria di chi sa perfettamente dov’è diretta. Perché la strada ormai la conosco bene e anche quella scritta che, per qualche strana ragione, è capitata proprio davanti all’area arrivi, una scritta banale che però a quelle come me, più che fare male, suona come un promemoria, un invito a cambiare le cose. “Solissimo” recita la scritta di una negozio che sta proprio lì di fronte, e io in questo momento sto quasi per sentirmi sola al pensiero che, ancora in quella città non abbia trovato qualcuno di speciale, che possa essere li ad aspettarmi.
Poi ad un tratto, mentre tiro fuori un libro da leggere, dalla mia borsa sbuca un bigliettino che porto sempre con me: “Sei ambiziosa quanto basta, sono felice che tu sappia sognare in grande, vai avanti sempre così senza dimenticare mai la tua meta, ma il mio consiglio è, nel percorso, di non tralasciare mai niente che possa renderti felice.”.
E’ stato scritto da mia mamma qualche Natale fa, le sue parole mi fanno bene, mi rasserenano, perché in fondo, anche se tutti mi vedono un pò fredda, so di essere una che ascolta la sua pancia, che segue l’istinto e in qualche modo, a volte pure discutibile, a inseguire la sua felicità ci prova.
Sento i miei occhi umidi e non riesco a trattenere un sospiro liberatore, poi mi viene in mente quella canzone di Mannoia che mi piace tanto, così tra me e me inizio a cantarla: “Domani partirai, non ti posso accompagnare, sarai sola nel viaggio, io non posso venire…il tempo sarà lungo e la tua strada incerta, il calore del mio amore sarà la tua coperta…”

Mi bastano poche pagine di un libro di quattro soldi, comprato prima della partenza e i miei pensieri si dissolvono, mi sento leggera. Quando finalmente l’aereo tocca terra ho di nuovo il sorriso sulle labbra e mi sento addosso una serenità nuova. Una volta agli arrivi, con mia grande sorpresa noto che la scritta non c’è più, volatilizzata, e allora sorrido ancora di più: evidentemente ci son cose che possono ancora cambiare!

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Pubblicato da

Trentenne, comunicatrice di natura, scrittrice per hobby e amante del mare. Una sarda con il sole negli occhi.

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